sabato 2 dicembre 2017

Il vecchio e il nuovo. L'essenza della femminilità

Questa rubrica settimanale propone il confronto tra due opere dell'arte figurativa - pittoriche, scultoree o architettoniche - che siano rappresentative di due distinti periodi della scienza e della tecnica dell'uomo: l'età dei pigmenti naturali, che spazia dal neolitico fino alla società preindustriale, e l'età dei pigmenti artificiali, che dal XIX secolo arriva fino ai giorni nostri.

Le opere proposte non sono accostate in modo del tutto casuale. Ciascuna coppia di immagini è infatti presentata come la manifestazione duale di una medesima tonalità cromatica o di un medesimo soggetto, nonostante esse appartengano a ambiti artistici, storici e culturali anche molto lontani tra loro.


Le dame in blu, affresco, 1650-1550 a.C. circa, palazzo di Cnosso, isola di Creta
L'affresco rappresenta tre donne dai lunghi capelli neri e dai seni scoperti, che nel mondo antico rappresentano i principali attributi della femminilità. Le vesti e le acconciature riccamente decorate e la posizione delle mani fanno supporre che i soggetti rappresentati siano sacerdotesse o donne di ceto elevato colte nella celebrazione di un rito civile o religioso. Così come la maggior parte delle pitture parietali riconducibili alla civiltà minoica,  questo affresco ha subito in età romantica un pesante intervento di restauro integrativo.
























Tamara de Lempicka, Ragazza coi guanti, 1930, olio su compensato, 61 x 46 cm, Museo Nazionale di Arte Moderna, Parigi
La cura nella rappresentazione dei volumi anatomici e la sensualità conferita all'opera dalla tecnica del panneggio bagnato - tecnica peraltro strettamente legata all'arte scultorea - fanno della ragazza dipinta una novella Nike di Samotracia: non più nume tutelare della vittoria, ma vera e propria dea dell'eros e della bellezza. Una femminilità delicata ed elegante, che nel volto e nello sguardo presenta però quei tratti decisi e orgogliosi di una donna che intende confrontarsi con il genere maschile da pari a pari.

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